BLACK MAGIC – I METICCI 3 – 8 (1 – 4)
Arriva per tutti prima o poi, il dovere di fare i conti con gli anni che passano. Succede nella totalità dei casi e ricopre un po’ tutti gli aspetti della vita. Arriva il momento in cui ti accorgi che non sei più quello di prima e che non sei più in grado di fare cose che prima ti venivano facili e che adesso ti costano una montagna di fatica. Un piccolo esempio lo abbiamo avuto ieri sera. Per la prima volta nella nostra carriera abbiamo trovato una squadra che ci ha surclassato sul piano fisico in maniera netta. Non era mai successo prima. Neanche gli Out Line (forse la squadra più forte mai incontrata) o gli odierni Sparta Pio X (per fare un esempio cronologicamente vicino) erano mai arrivati a tanto. Nessuno prima di ieri sera era mai riuscito a superarci così nettamente in velocità, intensità agonistica e voglia di vincere come i Meticci. Di sconfitte ne abbiamo avute nel corso degli anni, ma erano sempre state sconfitte di misura, combattute fino all’ultimo e, quando nei pochi casi numericamente di portata maggiore, figlie magari di qualche nostro errore di troppo.
Ieri sera no. Ieri sera non c’era alibi che tenesse. Gli avversari erano in cinque contati, noi addirittura in otto (mai successo) ma la differenza numerica e la possibilità di far rifiatare tutti a turno non è servita a nulla. La sensazione al termine della partita è stata che anche giocando per due settimane di fila non ne saremmo mai venuti a capo.
Il bello è che eravamo entrati in campo con la voglia di giocarcela alla pari, disputando tra l’altro neanche una delle nostre partite peggiori. Con la stessa intensità,per intenderci, avremmo vinto tranquillamente contro la Longobarda. Contro i Meticci però, sarebbe occorso ben altro. Dopo pochi minuti la differenza di passo tra le due squadre era già evidente e qui abbiamo commesso il primo errore. Nei primi minuti infatti, non abbiamo avuto la capacità di leggere bene la partita, le prime avvisaglie erano state alcune ripartenze avversarie non concretizzate per un soffio che dovevano suonare come campanello d’allarme (un time out forse ci avrebbe fatto bene). Pressando a due a centrocampo e non avendo lo stesso passo dei nostri avversari venivamo saltati sistematicamente lasciando la difesa a doversela sbrigare sempre in situazione di 2 contro 2. I primi 3 gol (praticamente in fotocopia) sono stati tutti presi in questo modo.
Sia chiara una cosa comunque. Non è che chi gli avversari fossero dei fenomeni. I complimenti per la partita che hanno disputato sono doverosi, ma in passato abbiamo affrontato squadre ben più forti di loro. Ieri però sembravano dei marziani, usando intelligentemente la tattica che noi per primi avremmo dovuto fare. Difesa e contropiede.
Dopo un quarto d’ora, sotto 4-0, ci siamo assestati cominciando a nostra volta a difenderci ripartendo (sembra un paradosso) e qualche risultato abbiamo cominciato a vederlo. Siamo arrivati con più continuità in zona tiro tanto che a inizio ripresa eravamo pure riusciti a dimezzare lo svantaggio portandoci sul 4-2. Quattro gol però sono tanti da recuperare e per farlo ci si deve per forza scoprire lasciando praterie agli avversari che non se lo sono fatti ripetere due volte infilandoci con irrisoria facilità, nel nostro momento migliore.
E’ chiaro che d’ora in poi dovremo per forza cambiare il nostro gioco, o più precisamente, dovremo limitarci a fare quello che sappiamo fare meglio. Difesa arcigna e contropiede.
Difesa a 3 pronta al raddoppio sistematico e con il quarto a intercettare gli inserimenti al centro e poi via e ripartire. Dovremo farlo contro tutti. Anche contro chi, sulla carta, è meno “bravo” di noi. E’ l’unica tattica che ci rimane. Sperare di competere contro gente più giovane e preparata fisicamente è utopia. Abbiamo visto come è finita. Lunedì abbiamo il Martellia. Squadra giovane, molto simile ai Meticci, che gioca con due ali larghe. Vedremo se la lezione è servita.