Il titolo è preso da un consiglio che i maestri di tennis svedesi degli anni ’70 erano soliti dare ai giovani allievi. Una frase che, oltre a sottolineare la bravura del tennis italico di quegli anni, preso da esempio, da il senso di quanto la preparazione fisica sia importante ed incida poi nelle prestazioni sportive, a tutti i livelli.
Noi non abbiamo boschi dove andare a correre, non siamo giovani tennisti svedesi, ne tantomeno puntiamo a vincere insalatiere d’argento o master milionari, ma nel nostro piccolo, bassissimo, infimo livello, tenere il motore acceso al minimo aiuta, nel momento in cui devi ripartire a buona andatura. Il rischio di “grippare” è sempre alto, specialmente quando non hai più vent’anni e le giunture scricchiolano pericolosamente.
La partitella di allenamento di ieri sera ha permesso a molti di mantenere un minimo di corsa. Si sono viste buone cose, altre meno, ma nel complesso possiamo dire che non è andata male. Tralasciando la nonchalance di Antonello nell’affrontare un impegno ritenuto di poco conto, al punto in cui siamo, diamo ormai per certa l’assenza di Caio fino a fine torneo. Ridendo e scherzando è ormai un mese che non gioca e difficilmente lo vedremo calcare le scene a breve. La sua è un'assenza pienamente scusabile, viste le vicissitudini familiari, ma che costerà piuttosto cara in attacco, dove tutto il peso dovrà essere sostenuto dal pur bravo Omar. Gianni sembra aver recuperato dai malanni fisici che lo attanagliavano, Carlo e il Maz sono in recupero, mentre Mauro è fermo in panca per una recente botta al ginocchio (anche se le sue condizioni non preoccupano) e Giuliano è la solita sicurezza tra i pali. La situazione generale pare quindi buona e in crescita. Manteniamoci così.